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Olindo
Breve ma sentito ricordo di un amico
di Giuseppe Fanti

Anche Olindo Manca, 96 anni, alla fine di Settembre di questo 2019, come dicono gli Alpini, “è andato avanti” e per la Sezione CAI di Porretta è indubbiamente una grave perdita. Era infatti uno dei pochi soci superstiti che fondarono nel lontano 1978 la Sottosezione e poi furono presenti alla nascita della Sezione. Si può dire con certezza che ha partecipato sempre e con incessante entusiasmo alle attività sociali fino a quando non ne è stato impedito dall’avanzare dell’età. Quante settimane nelle Alpi lo hanno visto protagonista! Quante volte siamo andati con lui a fare i canaloni del Corno in invernale! Così per la pulizia dei sentieri e soprattutto nella sistemazione della Capanna del Sasseto e nella sua manutenzione. Era talmente presente ai lavori che un tempo facevamo al Sasseto che alcuni cominciarono a chiamare scherzosamente questo luogo “Villa Manca”.

Con la sua scomparsa ci mancherà un amico assolutamente non comune. Possedeva infatti un’intelligenza molto al di sopra della media e un approccio personale mai banale, alle volte anche quasi pungente ma sempre arguto e rispettoso. Dotato di un humor molto forte e originale, unitamente a una vastissima cultura, rendeva la conversazione brillante e mai noiosa, doti che assai pochi possiedono. I ricordi personali che lo hanno come attore sono infiniti e spesso gustosi. Verniciando con la “porporina” le lamiere del tetto del Sasseto riuscì anche a trasformare se stesso  in una sorta di “uomo d’argento” che poi dovemmo ripulire con un vero bagno di acqua ragia. Incredibile fu anche la discesa dal Pizzo Scalino in Valtellina. Quella volta si ruppe un braccio in mezzo a una caduta ravvicinata di fulmini; non si scompose minimamente e scherzava sul fatto. Rideva e suscitò l’ilarità dei compagni di scalata anche perché, in quella occasione, ci fu qualcuno che, spaventato dalla situazione, cercava di tenerlo a debita distanza perché… essendo Olindo "pieno di ferri” nelle gambe, temeva abbastanza seriamente che  potesse attirare le folgori.

Numerosissimi episodi di questo tipo contribuirono non poco a fare di Olindo un mito di allegra  simpatia.

Fu anche attento e competente fotografo del nostro ambiente che amava moltissimo e considerava bellissimo anche se poco capito e apprezzato dai residenti. L’età lo aveva messo in condizione di non camminare quasi più, ma la mente gli era restata sempre intatta e lucidissima fino all’ultimo suo giorno, cosa preziosa che non a tutti è data.

Anche se il vuoto lasciato è incolmabile, sicuramente la memoria di questo amico, che è stato anche un autentico personaggio, non è morta con lui e durerà nel tempo.